Amorim Cork: dall’albero al tappo, la sostenibilità è circolare

Alla scoperta non solo di un’azienda, ma anche dell’intero mondo della lavorazione del tappo in sughero – dalla pianta al prodotto finito: potrebbe definirsi così una visita alla Amorim Cork Italia di Conegliano (TV), filiale italiana del gruppo portoghese Amorim, già da quattro generazioni attivo nel settore e che oggi lavora un terzo della produzione mondiale di sughero. Il gruppo è approdato nel nostro Paese nel 1999 per produrre direttamente tappi di sughero in un territorio a vocazione vinicola, ed oggi copre il 25% del mercato nazionale del settore.

Data anche la peculiare natura della sua attività, la sostenibilità ambientale riveste una particolare importanza per Amorim: «Noi siamo un gruppo che lavora una materia prima naturale – spiega Carlos Santos, ad di Amorim Italia –: un albero di sughero vive 200 anni, e lo si decortica circa una volta ogni dieci. Quindi è nostro interesse in primo luogo rispettare e tutelare le foreste che ci forniscono la materia prima». Una premessa che si traduce in quello che Santos chiama “approccio trasversale” alla sostenibilità, lungo tutto il ciclo produttivo: «Innanzitutto va detto che il tappo in sughero in sé, come ha dimostrato uno studio di PWC, ha un impatto ambientale minore di altri tipi di chiusure: soprattutto in termini di emissioni di CO2, che sono ad esempio 24 volte inferiori rispetto ai tappi a vite. Senza contare che le foreste di sughero in Portogallo e Spagna, che forniscono da sole oltre l’80% della produzione mondiale di sughero, ogni anno assorbono 14 milioni di tonnellate di CO2. L’unico aspetto problematico è l’elevato consumo di acqua: ma stiamo ottenendo risultati significativi nel ridurlo, grazie all’utilizzo del vapore e del riciclo dell’acqua di bollitura. Inoltre tutta la carta, cartone e i bancali che utilizziamo sono certificati FSC; impieghiamo la cosiddetta “plastica stirata”, che consente di usare meno materiale a parità di utilizzo; e stiamo lavorando per eliminare l’utilizzo dello scotch, modificando le chiusure dei cartoni. Anche l’energia che utilizziamo è acquistata tramite un broker che ci garantisce la provenienza da fonti rinnovabili».

« Per noi, la chiusura del cerchio ideale è il recupero e riutilizzo dei tappi usati e degli scarti di lavorazione – afferma Santos –,  perché questo è il sughero più pregiato in assoluto. Già abbiamo intrapreso un percorso in questo senso, sia in Portogallo che in Italia: la polvere del sughero viene usata per produrre energia a biomassa, e i tappi per i materiali di isolamento utilizzati nell’edilizia – i pannelli isolanti a marchio “Etico”, ai quali nel 2015 sono stati destinati 85 milioni di pezzi. L’obiettivo per il futuro è quello di arrivare a lavorazioni a più elevato valore aggiunto, così da creare una filiera remunerativa: oggi siamo noi a finanziare la raccolta e il recupero e questo va benissimo, ma il tutto deve essere sostenibile non solo sotto il profilo sociale (abbiamo coinvolto nel recupero dei tappi 25 onlus) che ambientale, ma anche economico».

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