Gazzetta di Parma -

«Bilancio green: grande valore aggiunto»

Dall’utilità effettiva dei report di sostenibilità delle aziende, ai processi di decarbonizzazione, per poi concludere con un’analisi delle recenti normative europee. Sono stati tanti gli stimoli emersi all’interno della conferenza intitolata «L'(in)sostenibile leggerezza dell’essere. Il bilancio di sostenibilità come valore aggiunto economico e reputazionale», tenutasi nell’auditorium dell’Ape Parma Museo. Moderato dal giornalista Nicola Saldutti del Corriere della Sera, l’incontro si è collocato all’interno delle tante iniziative della Green Week e ha portato alla luce coerenze ed incoerenze a proposito di questo tema.

«Il bilancio di sostenibilità è un modo di raccontare quello che l’impresa fa, dal punto di vista dell’impatto ambientale, sociale ed economico. Ci sono in Europa 11.000 imprese obbligate a farlo. – ha spiegato Irene Rizzoli, presidente di Cisita Parma e amministratore delegato di Delicious. – Interessante notare che ci sono tante altre imprese che non sarebbero obbligate, ma ci tengono comunque a raccontare la loro performatività. Sorge spontanea una domanda: questo strumento è un’opportunità o un freno alla loro competitività?».

La Rizzoli è stata chiara a proposito di questo aspetto: «Si tratta di un’opportunità. Tuttavia spesso c’è un overselling delle performance positive all’interno di questi report di bilancio. Dobbiamo concentrarci sulla sintesi e sulla chiarezza di queste rendicontazioni». Davanti al folto pubblico i relatori si sono poi concentrati sull’importanza di andare oltre alla retorica e gli slogan, e come ci sia bisogno dello sviluppo di un’intelligenza collettiva che cambi profondamente il mondo dell’impresa. «I principali studi che hanno mappato le aziende che hanno rendicontato la loro sostenibilità, hanno evidenziato come solitamente farlo consenta di raggiungere performance migliori» ha evidenziato Pierluigi Marchini, docente di economia aziendale all’università di Parma. «Attraverso recenti normative l’Unione Europea ha posto ulteriori puntifermi. – ha poi specificato Camilla Negri, associata dello studio legale Mora. -Ad esempio le aziende non potranno più dire «100% verde», o elogiare la caratteristica singola di un prodotto, facendo in modo che sembri proprietà di quel dato prodotto nella sua totale interezza».

[contenuto_news]

Articoli recenti