Il business della sostenibilità. Trentino-AltoAdige pioniere

Corriere Imprese Trentino / di Marika Damaggio

Fino a qualche decennio fa era considerata una scelta etica, un vezzo. Oggi le imprese che investono nel green sono più competitive. A confermarlo sono le performance economiche misurate da Unioncamere e Fondazione Symbola nell’ottava edizione del rapporto GreenItaly. Il 58% delle medie imprese che hanno impegnato risorse in attività, ricerca e sviluppo sostenibili hanno aumentato il fatturato 2016 rispetto al 2015, contro una crescita del 53% censita tra le realtà produttive che non hanno investito in eco-innovation. Lo stesso accade nell’export: è cresciuto nel 49% dei casi tra le imprese attive nella green economy (una su due), rispetto al 33% tra chi non ha adottato eco-policy. Ai migliori risultati aziendali si affiancano quelli sull’occupazione: una crescita dei lavoratori, sempre nel 2016, ha riguardato una quota maggiore delle imprese green rispetto a quelle non green (41 contro 34%). E in Trentino Alto Adige? Con quasi 16.000 aziende che eco-innovano, nel nostro territorio le professioni verdi rappresentano il 14,7% del totale (la media italiana è del 13,1%) e producono un valore aggiunto di 5,3 miliardi di euro. Solamente nel 2017, le assunzioni programmate in regione sono state 7.220.

Il lavoro. Il titolo del report GreenItaly parla da sé: «Una risposta alla crisi, una sfida per il futuro». Definite green jobs, le professionalità richieste dal mercato implicano competenze diversissime: architetti, ingegneri, ricercatori, tecnici, installatori, falegnami, esperti di restauro urbano, risk manager, esperti nella commercializzazione di prodotti per il riciclo, ecobrand manager, ovvero esperti di marketing. Ma l’elenco potrebbe proseguire, toccando scienze dure e non. Una platea che sta incidendo sempre di più sull’occupazione nazionale. Partendo da un’analisi dei microdati Istat sulle forze di lavoro, nel 2016 e con riferimento all’intera economia, gli occupati corrispondenti ai green jobs erano 2,9 milioni, ossia il 13,1% del totale. L’occupazione green nel 2016 è cresciuta rispetto al

2014 di quasi 30.000 unità, contribuendo per il 6,1% all’aumento complessivo dell’occupazione del Paese nel triennio (480.000 unità). Come nelle precedenti edizioni del Rap- porto GreenItaly, a partire da questi dati è stato stimato il contributo dei green jobs al Pil del Paese. «Il valore aggiunto prodotto che si ottiene è nel 2016 di 195,8 miliardi di euro, pari al 13,1% del totale complessivo — recita il dossier — con un ranking regionale che vede la Lombardia in testa (15,3%), seguita da Emilia-Romagna (14,8%), Trentino-Alto Adige (14,7%), Val d’Aosta (14,0%) e Lazio (13,9%)». Per quanto riguarda la nostra regione il valore aggiunto delle professioni verdi è pari a 5,3 miliardi.

I contratti. Ma la curva statistica continua a crescere. In tutto il Paese, le assunzioni di green jobs programmate dalle imprese per il 2017 arrivano a quasi 320.000, oltre il 46% delle qua- li a tempo indeterminato, più del 32,5% riservate a laureati e quasi il 37% considerate di difficile reperimento. Le assunzioni programmate nel corso del 2017 dalle imprese del Trentino Alto Adige sono state 7.220, con un’incidenza del 2,3% sulle assunzioni global- mente contate in Italia.

Focus bolzanino. Ma quali e quante sono le realtà produttive ad alto fatto- re green nella nostra regione? Un censimento dell’istituto di ricerca economica (Ire) della Camera di commercio di Bolzano ha mostrato come un quinto delle imprese altoatesine non agricole (circa 7.500) adotti spontaneamente misure atte a ridurre il proprio impatto ambientale. Ciò avviene, per esempio, utilizzando energie rinnovabili o riducendo i consumi energetici dei pro- dotti. Sono invece circa 420 (l’1,1%) le imprese che producono o commercializzano soluzioni tecniche o prodotti finalizzati alla riduzione dell’inquinamento ambientale. Infine, circa 460 imprese (l’1,2%) sono in possesso di una certificazione ambientale. Complessivamente, circa 8.000 imprese altoatesine (il 21,3%) possono essere classificate co- me green secondo almeno uno di questi tre approcci.

Ricerca e istituzioni. Ma a spronare le conoscenze tecniche e scientifiche, sempre in provincia di Bolzano, sono anche le istituzioni. È il caso dell’Eurac che attraverso l’Istituto per le energie rinnovabili coniuga competenze accademiche ad applicazioni industriali. Ancora: dopo aver pubblicato le linee guida mirate, Idm a maggio coordinerà il primo corso per forma- re Facility manager. Una figura professionale nuova, tutta- via richiesta dal mercato: sono esperti nella gestione (e nell’efficientamento) degli immobili. Sia pubblici sia privati. Ancora: ormai in piena attività dopo l’inaugurazione autunnale, il Noi Techpark ha quattro missioni precise e tra queste due, la metà, hanno a che fare con una nuova era soste-

Il distretto trentino. Da Bolzano a Trento. La vocazione green delle imprese e dei centri di ricerca del Trentino ha trovato nel 2006 un ri- conoscimento da parte del ministero dell’Università e del- la ricerca scientifica, quale primo distretto tecnologico italiano nel campo delle tecnologie ambientali. Rovereto è quindi la culla delle aziende verdi e dell’edilizia sostenibile. Come rilevato da Trentino Sviluppo, che funge da ente propulsore dell’intero distretto, dal punto di vista economico il comparto delle costruzioni e dell’energia è robusto sia in termini di valore aggiunto (circa 1,3 miliardi) sia nel nu- mero di imprese (7.900 unità).

Il sistema. Ma come si articola il di- stretto? Progetto Manifattura, con i suoi nove ettari, è un cluster composto da startup, imprese e centri di ricerca, diventato riferimento nazionale nel settore delle clean tech. Ancora: Habitech è invece il consorzio specializzato nella consulenza per la costruzione, il rinnovo e la gestione di patrimoni immobiliari e delle infrastrutture tecnologiche abilitanti. È composto da oltre 300 tra imprese, enti di ricerca e agenzie pubbliche, per un totale di 8.000 addetti e un volume d’affari di circa 1,5 miliardi di euro. Ha anche dato vita al Green Building Council Italia (Gbc), con sede a Rovereto, ossia l’associazione che fa parte del network internazionale di edilizia sostenibile. Ma non è finita. Il Trentino è inoltre promotore di Arca (Architettura Comfort Ambiente), primo sistema di certificazio- ne ideato e realizzato esclusivamente per edifici con struttura portante in legno. E per attrezzare il tessuto imprenditoriale, diffondendo le conoscenze necessarie, Trentino Sviluppo con Ecoopera hanno unito le forze. L’hanno fatto lanciando Eco-Innovation Academy, il primo percorso di formazione ambientale dedicato a imprese, professionisti e pubblica amministrazione. Le lezioni, negli spazi di Manifattura, sono partite in autunno e termineranno proprio questo mese. Obiettivo: rafforzare le competenze (e la competitività).

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