Dani: produttore di pelle dal 1950, ora in cammino tra sostenibilità e 4.0

“Produttore di pelle sostenibile dal 1950”: così si definisce Dani Spa, nata ad Arzignano (Vicenza) come piccola azienda familiare del settore della concia e che oggi conta circa 1000 tra dipendenti e collaboratori. «Siamo ormai vicini ai 70 anni di attività» – racconta il Cavalier Giancarlo Dani, figlio del fondatore Angelo – «e ormai sta già scendendo in campo la terza generazione. Siamo partiti nel dopoguerra, accumulando nel tempo una grande esperienza e capacità nella concia delle pelli». Un’esperienza che si è concretizzata in una prima fase di crescita dimensionale negli anni ‘70, l’ottenimento della prima certificazione di sistema di gestione per la qualità dell’azienda ISO 9001 nel 1997, l’internazionalizzazione nei primi anni 2000 con le filiali in New Jersey e a Guangzhou e l’acquisizione di Leather GBR nel 2009. Uno sviluppo che ha significato la partnership con numerosi marchi di prestigio in tutto il mondo, dal settore della calzatura e pelletteria a quello dell’automobile, fino alle cover per smartphone, e che ha portato Dani Spa a essere una delle poche aziende a gestire il ciclo completo, dall’acquisto delle pelli grezze dall’industria della carne al prodotto finito.

Al di là della crescita, tiene a puntualizzare il cav. Dani, «sin dai primi anni 2000 la nostra bandiera è stata quella della sostenibilità. La concia delle pelli è un’attività antichissima e certo non si è sempre contraddistinta per il rispetto dell’ambiente: ma già da anni stiamo assistendo a una continua ricerca di soluzioni innovative volta al recupero delle risorse naturali, dei sottoprodotti e degli scarti, e alla salvaguardia dell’ambiente e della salute dei lavoratori in tutte le fasi del ciclo. E questo è stato possibile anche grazie a un lavoro di squadra dell’intero distretto della concia, oltre che al nostro impegno come azienda».

Un impegno che è valso nel 2011 il “Premio dei Premi per l’Innovazione”, consegnato a Giancarlo Dani dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nonché una lunga serie di altri riconoscimenti e certificazioni, come quelle che, oltre a certificare il sistema di gestione della qualità (ISO 9001 & ISO/TS 16949), attestano anche il sistema di gestione Ambientale e di Salute e Sicurezza sul lavoro (secondo le norme ISO 14001 & OHSAS 18001). Dani si è, inoltre, impegnata a ottenere certificazioni di prodotto quali Process EPD (ISO 14025) e, ancora più importante, la “Carbon Footprint di Prodotto” (ISO/TS 14067), certificazione che Dani ha ottenuto come prima conceria al mondo.

Per essere competitivi sul mercato, afferma quindi il cav. Dani, «è fondamentale investire in ricerca e sviluppo, a cui noi destiniamo ogni anno dall’1,5 al 2% del fatturato»: e cita il progetto Green Life, finanziato dalla Comissione Europea e recentemente terminato, che ha coinvolto cinque aziende del distretto della concia di cui Dani è stata capofila, e che ha portato non solo a ridurre l’impatto ambientale «ma anche a creare partenership di valore, in un percorso condiviso a livello di distretto». Un percorso che abbraccia ogni aspetto della riduzione dell’impatto ambientale, dall’efficienza energetica al recupero dei rifiuti, che fa sì che «sull’industria della concia non penda più la spada di Damocle del pregiudizio di industria inquinante: l’Industria 4.0 è occasione per far capire che la concia italiana è stimata nel mondo, pulita e d’eccellenza, nonché l’elemento che farà la differenza nel rendere l’Italia protagonista come grande Paese industriale».

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