GREEN WEEK, LA SETTIMANA DI SFIDE E INCONTRI PER L’ECONOMIA DEL FUTURO

L’Economia de Il Corriere della Sera / di Andrea Bonafede

Prima la visita alle “Fabbriche della sostenibilità”, poi una tre giorni di convegni, dibattiti e incontri, perché la transizione ecologica non si realizza da soli. È questo il messaggio lanciato, nella mattinata di lunedì 30 maggio, alla presentazione della Green Week, che si terrà dal 7 al 12 giugno e si dividerà in due parti: un tour alla scoperta degli esempi imprenditoriali più virtuosi in materia di sostenibilità (dal 7 al 9) e il Festival della Green Economy di Parma (dal 10 al 12), che vedrà la partecipazione di importanti esponenti del mondo dell’economia, della finanza e delle istituzioni, tra cui il Premio Nobel 2021 per la chimica, David MacMillan, Maxine Bédat, teorica dell’insostenibilità del fast fashion che presenterà il suo nuovo libro, Unraveled, lo chef tristellato Massimo Bottura e il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, Bruno Tabacci.

Sull’onda degli obiettivi UE
La Green Week, che si tiene dal 2011, è un’iniziativa che nel corso degli anni si è inserita e affiancata alla svolta intrapresa dall’Unione Europa con la presidenza di Ursula von der Leyen: «La prima priorità del mandato del presidente della Commissione europea è sempre stata riformare i paradigmi dell’economia comunitaria per far fronte alla crisi climatica e a quella delle biodiversità — dice Marco Onida, Senior Expert-Team Leader Forest della direzione generale per l’Ambiente della Commissione europea —. Questo obiettivo diventa ancora più importante laddove, come in questo momento storico, ci sono i fondi del Next Generation EU, grandi risorse che i Paesi devono sfruttare rispettando alcuni paletti, tra cui il “principio del non nuocere all’ambiente” (nessuna misura inserita in un piano per la ripresa e la resilienza deve arrecare danno agli obiettivi ambientali, ndr)».

Le sfide per le aziende italiane
Dello stesso avviso è anche Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola e del Comitato tecnico scientifico del Festival della Green Economy, che sottolinea la correlazione tra chi, negli ultimi anni, si è impegnato nelle tematiche della sostenibilità e la crescita economica: «Chi oggi pensa che difendere l’ambiente non significhi proteggere l’economia è rimasto indietro, perché le aziende che non si impegnano nel green oggi sono più deboli sul mercato — racconta —. Non è un caso che le imprese italiane, che da decenni hanno svoltato verso la sostenibilità, siano delle superpotenze europee nell’economia circolare, nell’ecodesign o nell’agricoltura. Se Italia ed Europa non investono sulle rinnovabili non creano innovazione e perdono il treno della crescita».
La sfida lanciata da Realacci è stata raccolta anche da Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost: «Quello che possiamo garantire è che in questa edizione della Green Week non ci sarà greenwashing — promette —. Vogliamo far passare il messaggio che l’industria, e non solo, deve arrivare agli obiettivi stabiliti per il 2030 prima di quell’anno. Non vogliamo un Festival di ambientalisti, ma di imprenditori che vogliono avere una visione del mondo e dell’ambiente diversa e migliore».

Come cambiano le imprese
Spazio, infine, alla voce delle aziende. Tra i settori che in Italia hanno cambiato marcia verso la sostenibilità, negli ultimi anni, c’è anche l’industria conciaria, che nel nostro Paese sta diventando sinonimo non solo di bellezza, ma anche di sostenibilità: «Noi siamo presenti al Festival della Green Economy fin dalla prima edizione, perché verso il nostro settore c’è ancora un sentito negativo e vogliamo raccontare di come stia cambiando — dice Fulvia Bacchi, direttore generale di Unic Concerie Italiane —. È un ambiente complicato, ma i progressi in questo campo ci hanno portato a essere leader mondiali in questo settore».
Della necessità di fare sistema ha parlato anche Daniele Lago, amministratore delegato di Lago: «Prenderci cura in maniera trasversale è molto coerente per generare una tendenza che sia seguita da tante aziende. Vinciamo solo se per osmosi ci convinciamo a intraprendere una direzione comune».
Secondo Davide Bollati, presidente di Davines Group, un altro segreto per innovare è «fare un ripasso delle nostre tradizioni e recuperarle. Oggi dobbiamo reagire agli errori che facciamo con un obiettivo di sopravvivenza lungimirante e confido che la Green Week sia un passo verso una nuova consapevolezza».

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