Ilsa: la chimica verde al servizio dell’agricoltura del futuro

Quando si parla di sostenibilità, uno dei settori chiave è quello dell’agricoltura: non solo il settore è fra quelli che hanno un rapporto più diretto con la terra e l’ambiente, ma è anche uno di quelli in cui le persone – i consumatori – sono più attenti. Anche per questo per tutta la filiera è importante investire e ricercare, applicando i principi dell’economia circolare, contenendo sprechi e favorendo il riuso. “Una filosofia che Ilsa ha fatto adottato 50 anni prima che i sistemi politico ed economico iniziassero a parlarne”, rivendica il presidente Paolo Girelli, in vista della presenza alla Green Week dell’azienda, che da oltre 60 anni fornisce agli agricoltori di tutto il mondo prodotti per migliorare i raccolti, producendo e commercializzando biostimolanti e prodotti ad azione specifica, concimi organici e organo minerali, solidi e liquidi. “Siamo un gruppo green per eccellenza e abbiamo fatto della chimica verde il nostro settore d’appartenenza. La nostra attività poggia su tre pilastri: materie prime prevalentemente e preferibilmente provenienti da fonti rinnovabili, processi industriali a basso consumo energetico, prodotti finiti efficienti a bassi dosaggi e dal ridotto impatto ambientale”, spiega.

Ilsa fattura 25 milioni di euro, di cui oltre 1 milione viene reinvestito in ricerca e sviluppo. Rappresenta l’anima industriale del Gruppo Biolchim, realtà italiana leader a livello mondiale nel settore dei biostimolanti che ha raggiunto nel 2017 un fatturato consolidato di 114 milioni di euro. “Abbiamo sviluppato processi industriali unici, che sono stati integrati con tecnologie all’avanguardia tipiche dei settori farmaceutico ed alimentare. Nessuna azienda del settore si è spinta così avanti ed oggi dispone di prodotti adeguati per l’agricoltura del futuro, che dovrà essere efficiente, rispettosa dell’ambiente ed economicamente sostenibile. Ciò si è reso possibile grazie alle collaborazioni con il modo della ricerca in Italia ed all’estero”, continua Girelli.

Anche ora l’azienda ha in campo nuovi progetti: fra questi la produzione di biopolimeri in grado di sostituire quelli di sintesi nel progetto Life Biopol: si tratta di sostanze eco-compatibili per il settore pelle, partendo da biomasse vegetali e animali. Il progetto ha come capofila Codyeco, azienda toscana specializzata nella chimica per la concia e vede il coinvolgimento delle concerie spagnole Dercosa e Inpelsa, assieme all’Università Cà Foscari di Venezia, oltre ad aver ottenuto il co-finanziato dell’Unione Europea nell’ambito del programma Life 2014-2020.

“Stiamo selezionando specie vegetali e perfezionando l’estrazione da queste di sostanze biologicamente attive ed in grado di lavorare a livello di metabolismo secondario delle piante per evitare o ridurre i danni sempre più frequenti derivanti da stress termico, idrico, salino e molto altro ancora. Questi prodotti permetteranno una importante riduzione nell’utilizzo di agrofarmaci”, spiega Girelli. “Siamo in fase conclusiva di brevetto di un prodotto naturale che incrementa l’attività dei microrganismi naturalmente presenti nel suolo, aumentando così l’attitudine del suolo a produrre derrate alimentari qualitativamente e quantitativamente adeguate”.

Un altro progetto che vede in campo Ilsa è ‘RPE’, ovvero Rise Phosphorus Efficiency, il cui obiettivo consiste nello sviluppo di fertilizzanti contenenti fosforo solubile efficiente a bassi dosaggi. L’Europa non dispone di fonti di fosforo e, questa sostanza, strategica per la nutrizione dei vegetali, viene importata in grandi quantità e nel prossimo futuro sarà di difficile reperimento. Ridurne i consumi migliorando l’efficienza dei prodotti rappresenta una necessità sotto il profilo economico ed agronomico.

Fra il 2003 e il 2010, inoltre, il gruppo ha ricevuto certificazioni per la gestione di qualità, ambientale e dell’energia, oltre ad avere un manifesto di sostenibilità che si snoda su 5 punti: dare di meno per produrre di più, usare fonti rinnovabili, fare innovazione di prodotto attraverso il centro di ricerca aziendale, e innovazione di processo, analizzando e monitorando costantemente l’impronta ambientale di processo e di prodotto, oltre a fare formazione e divulgazione.

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