Imprese verdi? Più competitive Ma per innovare serve tempo

Il Trentino

Competere, innovare, includere. Tre dei punti cardine della “Green week” che ha preso il via ieri a Trento e, per l’appunto, il titolo della conferenza che ha inaugurato la manifestazione. Tematiche importanti, strettamente e direttamente collegate allo sviluppo sostenibile ed alla green economy, che sono state trattate dagli ospiti dell’incontro condotto dalla giornalista del Corriere della Sera Elisabetta Soglio al Dipartimento di Lettere di Trento. L’incontro si è però aperto con gli interventi di Michele Lanzinger, Carlo Costa, Luigi Crema, Sergio Anzelini e del sindaco Alessandro Andreatta. Ad aprire le danze tra gli ospiti è stato Ermete Realacci, presidente della fondazione Symbola, che ha voluto iniziare sottolineando come gli investimenti “green” abbiano un peso più rilevante nel Nord Italia, con circa 175mila imprese che negli ultimi anni hanno fatto investimenti con caratteristiche ambientali.

Il motivo? Non si tratta di solo semplice “buonismo”, ma anche di competitività: “Se si va a vedere -ha evidenziato Realacci- queste sono le imprese che innovano di più, esportano di più”.CompetitivitàNon è tutto oro quel che luccica però, come ha avvertito il vicepresidente di Assolombarda Antonio Calabrò, ricordando che le analisi costi-benefici spesso non considerano il lasso di tempo necessario per il concretizzarsi dei benefici. Per essere competitivi, però, ha comunque rimarcato Calabrò, al giorno d’oggi è necessario essere sostenibili ed innovare, anche se in questo senso “servirebbero politiche economiche e fiscali, mentre il governo ha tagliato tutti gli incentivi all’innovazione, bloccando la possibilità di evoluzione positiva”. Riprendendo gli interventi inziali di Lanzinger e Anzelini, il rettore Paolo Collini ha elogiato la sensibilità dei giovani sui temi ambientali: “I giovani hanno già sulle spalle i problemi creati dalle generazioni precedenti”. Il presidente della Fondazione Mach Andrea Segrè, dopo aver sottolineato la necessità nel campo agricolo di sviluppare una filiera formativa adeguata, parlando della “presa di coscienza” delle nuove generazioni si è rivolto alla folta platea composta da giovani: “Il futuro è vostro, noi stiamo prendendo delle decisioni che vi riguardano ma voi dovete partecipare”. Realacci, riprendendo quanto successo con la Olivetti, ha avvertito: “Con la chimica verde rischiamo di fare la stessa cosa fatta con il computer, che è nato in Italia ma che fosse una grande sfida per il futuro lo hanno capito da altre parti”.
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