La Residenza Sanitaria per Anziani diventa modello del costruire sostenibile

Se si pensa a sostenibilità, difficilmente si pensa a una residenza sanitaria assistenziale. Eppure proprio l’edilizia pubblica è uno dei cardini attorno a cui si può sviluppare un modo diverso di costruire nelle nostre città. A Rovereto, ad esempio, nel realizzare la nuova Rsa, si sono rivolti a Areatecnica, società legata al gruppo Trentino Progetti, per creare un edificio che sia il più rinnovabile possibile nei materiali, con bassi costi di gestione ed elevati livelli di risparmio energetico. Il progetto sarà fra quelli presentati alla Green Week.

“Abbiamo lavorato solamente con finiture a secco, realizzate tutte con materiali rinnovabili – spiega il responsabile del progetto, Gianluca Vigne di Areatecnica – L’intero edificio non presenta alcun materiale che non sia rinnovabile o riciclabile, sia nel ‘vestito’ esterno che nei tamponamenti e nei distributivi. Questi, ad esempio, sono realizzati con strutture intelaiate in legno, con strati tecnici di legno composito o di materiale rinnovabile, ognuno dei quali ha una sua funzione che permette, ad esempio, di rilasciare il calore accumulato nel giorno durante la sera. La finitura esterna, invece, è realizzata con pannelli di fibrocemento, che usano una componente riciclabile elevatissima”. Alla fine della vita dell’edificio, che sarà di circa 50 anni, possono dunque essere interamente smontati, smaltiti o riciclati per altre funzioni. L’edificio raggiunge la classe energetica B, con consumi limite pari a 17kWh per metro cubo, dopo che, per individuare il punto di convenienza degli spessori di coibentazione, è stato effettuato un apposito studio che ha evidenziato come si tratti di quella che, per una struttura di questo tipo, è la più vantaggiosa economicamente.

Un altro tema importante è che l’edificio, che fra qualche mese sarà fruibile, è stato realizzato “senza consumo di suolo, sfruttando un’infrastrutturazione già presente”. Questa residenza sanitaria assistenziale, infatti, su input dell’Amministrazione “è stata costruita dopo la demolizione di una vecchia scuola, che ha fatto spazio quindi a questa struttura, che è ben più grande e che aveva già un suo inserimento nel tessuto urbano”. Anche dal punto di vista energetico, “essendo una parte integrante dei servizi pubblici di cui la comunità usufruirà”, l’edificio è “stato collegato appositamente alla rete di teleriscandamento”, con sistemi molto evoluti di recupero del calore. “Questo – spiega Vigne – significa ad esempio che del necessario ricambio d’aria, che è elevato, il 95% del calore dell’aria espulsa viene recuperato”. L’impianto di produzione di acqua calda sanitaria è stato integrato con pannelli solari ad elevata efficienza, inseriti in un circuito insieme all’impianto di riscaldamento e raffrescamento a pannelli radianti. Per ottimizzare i tempi ed agevolare le fasi di pulizia si è scelto un impianto di aspirazione polvere centralizzato, mentre per ridurre i costi di gestione dell’opera, si è progettato un impianto di recupero delle acque meteoriche, utili non solo nei servizi interni, ma anche per la cura del verde. Anche dal punto di vista dei costi di realizzazione, “ci può essere un leggero aumento, dell’ordine del 5%”, rispetto a materie prime tradizionali, che però viene ampiamente recuperato “in termine di costi di manodopera e tempo, riuscendo anche a realizzare l’opera più velocemente, rendendola subito fruibile”.

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