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La sfida delle aziende virtuose: stop agli sprechi, sì al riciclo Alberto Figna: «Niente consumo di acqua, così siamo sostenibili»

È l’evento nazionale più importante sull’ economia sostenibile e Parma è parte integrante di questo Festival. Nella serata di ieri, infatti, al Palazzo dell’Agricoltore si è svolta una conferenza parte del «Green-week – Festival della green economy». Il titolo dell’ incontro era «Cibo e salute. È possibile conciliare quantità e qualità?». Il tema al centro delle discussioni è stato quello riguardo al futuro dell’ alimentazione. Le prospettive, infatti, parlano di un pianeta Terra sempre più popolato e di una crisi climatica incorso. È fondamentale, perciò, pensare a nuovi modelli di sviluppo affinché sia garantita a tutti la possibilità di alimentarsi senza, però, portare avanti sistemi insostenibili per il pianeta.

Ha moderato l’ incontro Elena Comelli, giornalista del Corriere della Sera. Per L’ occasione, sono stati invitati alcuni rappresentanti di aziende che stanno facendo proprio questo modello, ovvero una produzione che preveda un grosso limite agli sprechi di risorse e che, anzi, valorizzi il riciclo e il riuso. C’era Sauro Sagripanti, rappresentante di Lapi Gelatine Spa. Lapi Gelatine è un’ azienda di Empoli che, nella sua produzione di gelatine ad uso farmaceutico e alimentare utilizza una materia prima derivata dagli scarti del settore conciario e la trasforma, mobilitando per nuove destinazioni d’uso.

Era presente anche Alberto Figna, amministratore delegato di Agugiaro & Figna Molini spa, azienda parmense specializzata nella produzione di farina, che ha dichiarato: «La nostra è un’ attività che rispetto a molte altre si presta molto ad essere sostenibile perché non consuma acqua e il quantitativo di energia utilizzato ogni anno è molto basso: si aggira attorno ai 70 Kwatt anno».

Ha preso parola, poi, anche Enrico Cappellari, direttore di Fomet spa, azienda veronese dedita alla produzione di fertilizzanti. «Siamo legati a numerose aziende – ha spiegato Cappellari – dalle quali recuperiamo prodotti di scarto che poi, attraverso diverse lavorazioni, trasformiamo in fertilizzante per l’ agricoltura». Fomet spa è, infatti, legata a tutta la filiera del caffè. «Quando un chicco cade tocca superfici esterne prima del confezionamento è considerato non commestibile e quindi andrebbe buttato. Noi utilizziamo i chicchi scartati per la produzione di fertilizzante».

È intervenuta anche Elisa Gritti di Strategy Innovation, un’ impresa nata come spin off dell’Università Ca’ Foscari di Venezia che si occupa di innovazione strategica. «La missione è quella di stimolare il pensiero innovativo per pensare a un cambiamento effettivo nel modello di business di impresa -ha detto Gritti – alla luce del fatto che la richiesta di alimentazione sarà destinata a crescere sempre di più all’ interno di un pianeta che non può più sostenere gli attuali modelli produttivi».

di Andrea Grassi

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