Gazzetta di Parma -

Patagonia, l’azienda che difende il pianeta. Stanley: «Non solo imprenditori, siamo attivisti»

«Produrre valore con imprese responsabili» è il titolo della conferenza che si è tenuta nella serata di ieri al Palazzo dell’ agricoltore, in occasione dell’ ultima data del «Green Week – Festival della green economy». Si tratta dell’ evento nazionale più importante in termini di sostenibilità ed economia e Parma è stata scelta come sede di numerosi incontri. Uno sguardo al futuro che, finalmente, sfiora la fiducia e l’ ottimismo. È lo sguardo di Vincent Stanley, direttore Filosofia della multinazionale statunitense Patagonia, che ha dialogato per l’ occasione con Maria Paola Chiesi, head of shared value & sustainability di Gruppo Chiesi. Vincent Stanley, infatti, ha avuto il merito di indirizzare la filosofia della celebre azienda, specializzata in vestiti outdoor, verso un approccio più sostenibile nei confronti del pianeta Terra.

«È l’appuntamento di chiusura del Festival Green Economy e vi ringraziamo per la numerosa partecipazione, gli ospiti sono stati tanti e oggi chiudiamo con la presenza di un ospite d’ eccezione» ha introdotto Alessandra Pizzi, curatrice del festival. Successivamente ha preso parola la giornalista Maria Chiara Fusilli, che ha presentato gli ospiti e ha moderato l’ incontro. «È un’occasione speciale averti a Parma – ha detto Chiesi a Stanley -. Ci Siamo incontrati la prima volta sette anni fa e da quella data tante cose sono cambiate».

Chiesi ha poi sottolineato l’ importanza di Patagonia nel panorama delle aziende sostenibili. «Credo che tutti dovremmo sapere cos’è Patagonia, un grande esempio di azienda che fonde sostenibilità e successo economico. Leggendo il tuo libro “The responsible company: what we’ve learned from Patagonia’s First 50 years” ho subito capito che la sostenibilità è una componente fondamentale di Patagonia e come Chiesi abbiamo abbracciato questo concept». Ha domandato a Stanley cosa è cambiato secondo lui rispetto al giorno del loro primo incontro, sette anni fa. «Sono cambiate tante cose, nel mondo. E credo sia sotto gli occhi di tutti – ha dichiarato Stanley -. Il clima è cambiato e basta sentire il caldo che si respira oggi, ad appena inizio maggio. In California ogni estate sono tantissimi gli incendi che devastano questa terra, causando danni da milioni di dollari».

Stanley ha proseguito sottolineando quanto sia importante, specialmente in questo momento, includere la sostenibilità nel business. «Noi, come azienda, non supportiamo l’ attivismo, siamo attivisti. È importante, inoltre, collaborare con le comunità, perché loro, più di tutti, hanno il desiderio di salvaguardare l’ ambiente». Stanley ha fatto l’ esempio della Silicon Valley in California, sostenendo che le grandi aziende dovrebbero fare squadra con i farmers e le comunità che vivono in quella zona. «È fondamentale – ha aggiunto – sentire una certa responsabilità anche nei confronti delle persone che si hanno intorno. Bisogna creare progetti di salvaguardia e di conservazione».

«Vorrei chiederti qualcosa in più sulla nozione di “stakeholder” di cui parli nel libro» ha chiesto, poi, Chesi. All’ interno del volume, infatti, Stanley descrive gli stakeholder (che sarebbero i portatori di interesse attorno ad una azienda) con queste parole: «Coloro che dipendono dall’ azienda ma soprattutto da cui l’ azienda dipende». «Bisognerebbe far tornare tutto agli stakeholder – ha detto Stanley -. Anche la natura è uno stakeholder è un’ azienda che produce e si arricchisce sottraendo alla natura è importante che restituisca a quest’ ultima quello che si è presa».

Alla domanda di Chiesi su come Patagonia diffonde il proprio modus operandi, Stanley ha risposto così: «Negli ultimi anni abbiamo organizzato molti tour per i college e le università all’ interno dell’ azienda. È fondamentale diffondere modelli di economia sostenibile, soprattutto alle nuove generazioni». Grande partecipazione, dunque, per questo incontro, all’ interno del quale il pubblico non ha fatto mancare applausi, partecipazione e curiosi interventi.

di Andrea Grassi

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