Il Premio Green Book 2023 va a “Chi possiede i frutti della terra” (Laterza) di Fabio Ciconte

Per la prima edizione del Premio Green Book la Giuria dei lettori ha premiato il titolo di Fabio Ciconte “Chi possiede i frutti della terra” (Laterza). Un libro Inchiesta che mette in luce, per la prima volta, le nuove forme di controllo del cibo e i rischi per la biodiversità

Nel pomeriggio di oggi si è tenuta la cerimonia di assegnazione del Premio Green Book 2023 a seguito del voto espresso da 193 giurati popolari sui 200 aventi diritti. Ad uscire vincitore è stato il libro Chi possiede i frutti della terra (Editori Laterza) di Fabio Ciconte con 54 voti. Sul secondo scalino del podio Alberto Grandi con il suo L’incredibile storia della neve e della sua scomparsa (Aboca) che ha ottenuto 45 voti, terzo posto per Marco Stampa, Donato Calace e Nicoletta Ferro con La sostenibilità è un’impresa (Hoepli) con 43 voti. Arriva quarto il titolo di Francesca Grazioli Capitalismo carnivoro (Il saggiatore) con 33 voti e quinto La meraviglia è di tutti (Einaudi) di Luca Molinari con 18 voti.

A presiedere la Giuria del Premio Green Book, Davide Bollati, presidente Davines Group che intervenendo durante la cerimonia di premiazione ha sottolineato l’importanza di promuovere la lettura di testi dedicati ai temi della sostenibilità anche all’interno delle imprese: “Diffondere la cultura della transizione ecologica all’interno delle aziende green – ha sottolineato Bollati – è un processo fondamentale e necessario per una crescita complessiva e, un’iniziativa come questa, ha il merito di promuovere la predisposizione all’apprendimento”.

Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola e presidente Comitato scientifico del Festival della Green Economy che ha ospitato la cerimonia di premiazione, ha invece sottolineato l’importanza della declinazione culturale, oltre che scientifica, della sostenibilità e citando Alexander Langer, uno degli ambientalisti più acuti che l’Italia abbia avuto, evidenzia come: “La conversione ecologica si affermerà quando sarà percepita come socialmente desiderabile”.

Il Premio Green Book, alla sua prima edizione, è un riconoscimento che si propone di favorire le produzioni editoriali che raccontino e analizzino il mondo della green economy. Ha inoltre lo scopo di favorire la crescita culturale, promuovendo una moderna cultura della sostenibilità in grado di stimolare lo sviluppo del tessuto industriale italiano. Il Premio Green Book tornerà l’anno prossimo con la seconda edizione.

Il libro. Mangiamo poche specie vegetali e pochissime varietà, tutte uguali le une alle altre. Esteticamente perfette. È un fatto naturale? Assolutamente no. È un fatto neutro e senza conseguenze? Assolutamente no. Nel corso dell’ultimo secolo si è perso il 75% delle piante e dei frutti commestibili a favore di varietà esteticamente perfette. Le mele che acquistiamo al supermercato sono, infatti, il risultato di una selezione genetica che le ha rese identiche le une alle altre. Il kiwi giallo o l’uva senza semi che hanno invaso i mercati, sono gestiti da potenti club che oggi decidono chi e come può coltivare frutta sotto brevetto. Pochi e potenti gruppi industriali hanno estromesso dal mercato altre varietà, riducendo drammaticamente l’agrobiodiversità e imponendo un modello produttivo che ha radicalmente trasformato l’agricoltura, rendendo i coltivatori dei semplici licenziatari. Una inchiesta sul campo che, per la prima volta, mette in luce le nuove forme di controllo del cibo e i rischi per la biodiversità.

Autore. Fabio Ciconte è un ambientalista e saggista italiano. Nel 2008 fonda con un gruppo di amici e amiche l’associazione Terra!. L’associazione, di cui Ciconte diventa Presidente, afferma la propria natura ambientalista ed ecologista attraverso azioni e rapporti che condannano smog e deforestazione. È anche portavoce della campagna FilieraSporca contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura. Tra gli altri suoi libri ricordiamo: Il grande carrello. Chi decide cosa mangiamo (Laterza, 2019) scritto con Stefano Liberti e Fragole d’inverno. Perché saper scegliere cosa mangiamo salverà il pianeta (e il clima) (Laterza 2020).

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