La torre di raffreddamento 2.0 tra coworking e teatro verticale

Corriere del Veneto

Nel 1938 rappresentava un capolavoro ingegneristico, capace di mantenere stabili gli impianti di 33 ettari di area industriale grazie soltanto ad un ciclo continuo di acqua, con pochissima dispersione e un’efficenza massima. Oggi, invece, si appresta a trasformarsi in simbolo di rinascita, emblema dell’eredità storica di Porto Marghera e del patrimonio tecnico e professionale ancora presente nel territorio.

Con i suoi sessanta metri di altezza, la Heritage Tower di via dell’Azoto domina sulle banchine industriali, sul traffico di container, tiene persino sott’occhio San Marco e il suo campanile, e aspira a diventare un nuovo incubatore di idee e innovazione. L’omonima start-up è diretta da Alessandra Previtali ma sostenuta anche dall’impegno dell’imprenditore Christian Sottana, che a Marghera vede davvero l’eredità del padre Gianni. Insieme, i due hanno creato uno spazio a disposizione di tutti i lavoratori.

I tremila metri quadrati della torre sono stati suddivisi in aree tematiche:nel piano interrato le aree dedicate al coworking e le sale expo; al piano terra la «museografia d’impresa», che già oggi raccoglie in un percorso espositivo tante realtà impegnate a Marghera; il primo piano presenta un ampio auditorium, corredato da foyer e terrazza vetrata; tra il secondo e il sesto piano, nell’iperboloide della torre, si sviluppa la «vertical arena», un caso unico di «teatro verticale» da 400 metri quadri che guarda al cono centrale di quaranta metri grazie a soppalchi da circa cento posti ricavati sulle pareti curve, un palcoscenico unico per eventi, spettacoli o concerti. Infine, al settimo piano, l’osservatorio a 360 gradi è già pronto ad ospitare pranzi di lavoro, brunch aziendali e happening utili a chi è sempre a caccia di un nuovo contratto. «Marghera non è solo nebbia — ribadiva ieri Sottana indicando la foschia che oscurava i container in transito verso il porto — qui è pieno di realtà capaci di lavorare, ma dobbiamo comunicare al mondo la nostra cultura d’impresa. Venezia ci permette di intercettare anche i turisti, che non sono solo visitatori ma anche potenziali clienti e partner. Adesso sarà possibile sfruttare questo spazio per convincerli». Non da subito, però: la Heritage Tower necessita ancora di qualche aggiustamento prima di essere messa a disposizione.

Intanto martedì prossimo costituirà l’ultima tappa del tour organizzato in occasione della Green Week intitolato «Le fabbriche della sostenibilità»: il percorso organizzato dal Porto partirà dagli spazi di Venezia Terminal Passeggeri, proseguirà attraverso la bio raffineria Eni — ormai divenuta esempio principe del recupero «verde» di vecchi impianti industriali — per poi chiudersi in via dell’Azoto, dove sarà anche presentato il progetto di Venice Lng — compagnia nata a fine 2017 — per la realizzazione di un deposito costiero di stoccaggio e movimentazione di gas naturale liquefatto a Porto Marghera.

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